La sfida

Il cliente Romagna Acque ha affidato all’impresa Anese srl il lavoro per la messa in sicurezza della condotta principale dell’acquedotto di Romagna, sul tratto Meldola – Monte Casale, fra la località “La Coppina” e “La Forbaiola”.

Il progetto esecutivo consisteva in un tratto di By-Pass della condotta in acciaio di diametro DN 1400mm di lunghezza 1200m circa, dei quali 800m circa da posare con la tecnica della trivellazione orizzontale controllata.

Le tratte di attraversamento stradale invece sono state realizzate con la tecnica di perforazione detta spingitubo in modo da evitare di danneggiare i sottoservizi o le eventuali interferenze non segnalate.

Gli studi geologici condotti hanno rilevato, per tutto il tratto interessato, un terreno composto da argille plioceniche di substrato da normale a sovra consolidate fino a marnose, fatta eccezione per il tratto di ingresso dove si attraversavano terreni soggetti ad antichi episodi di frana e alluvioni che hanno creato una situazione più eterogenea, prevalentemente ghiaiosa.

Le principali criticità affrontate sono state:

  • Prima esperienza, sia interna che internazionale, nella realizzazione un lavoro di pari diametro e lunghezza
  • Un’area di cantiere molto limitata in larghezza per il posizionamento delle attrezzature e per la sfilatura dei tubi
  • Rischio di incaglio della tubazione dovuto a possibili collassi del terreno franoso eterogeneo e con scadenti proprietà geo-meccaniche.
  • Forte attrito fra tubazioni e pareti del foro a causa della presenza di argille estremamente reattive quando imbibite con acqua
  • Dislivello tra punto di entrata ed uscita della perforazione

Risultati

  • Messa in sicurezza della condotta
  • Ridotto al minimo l’impatto ambientale
  • Raggiunta la minore incidenza possibile sul suolo e sulle strutture limitrofe
  • Nessun disagio per la popolazione e per il traffico durante tutto il cantiere

Soluzione

Date la dimensione e la lunghezza elevate della tubazione e le delicate condizioni geologiche presenti, sono stati utilizzati due RIG contrapposti per avere maggior controllo sui movimenti, ridurre la concentrazione dello sforzo ed avere la possibilità di eseguire gli alesaggi di diametro maggiore con un sistema push/pull integrando le capacità di trasporto dello sparino da parte dei fanghi con un’azione meccanica diretta. Inoltre, le perforatrici sono state dotate di sistemi di registrazione e controllo dei dati in continuo in modo da aumentare l’integrità strutturale e ovviare a problematiche dovute all’azione contrapposta delle due perforatrici.

Per raggiungere la dimensione del foro desiderata, 70 pollici, dato il diametro elevato, sono state eseguite alesature successive intervallate da passaggi di pulizia fino ad avere la garanzia di aver asportato completamente il materiale scavato prima di procedere con gli step successivi.

 

In fase di varo un ruolo essenziale è stato giocato dalla realizzazione e gestione del “ballasting” eseguito con un controllo costante nell’immissione dell’acqua nella tubatura in modo da ridurre l’attrito con la parete del foro, causata dalla spinta di galleggiamento del tubo.

Per garantire l’integrità della tubazione, ovviare alla problematica dello strato non coesivo/ciottoloso e del collasso del foro nell’area di frana, è stato realizzato un pozzo auto-affondante di diametro interno utile pari a 10m circa, spessore pari a 1m e di 23m di profondità. Lo spigolo inferiore del primo concio, è stato rinforzato in acciaio e inclinato di 45 gradi verso l’interno per facilitare l’affondamento.

 

Vantaggi raggiunti

  • È stata garantita la fruizione dell’acqua da parte di tutta la riviera romagnola.
  • Il progetto è stato di importanza strategica e ha generato dei grossi benefici soprattutto nei periodi turistici in cui la domanda di acqua è più elevata
  • l’impresa Anese ha registrato un record assoluto per diametro di tubazione posata con tecnologia TOC nel territorio nazionale
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